Pelle D'Oca, le recensioni

“Pelle d'oca” della Compagnia Arione de Falco con Annalisa Arione e Dario de Falco su una sua drammaturgia e regia non è la trasposizione della famosa fiaba dei Grimm ma uno spettacolo sul tema del viaggio.
Non è la prima volta che il teatro ragazzi usa la metafora del volo per parlare del viaggio ( dei viaggi) e nel contempo del cambiamento di un giovane virgulto in pianta ma è la prima volta che utilizza il mezzo del pastiche poetico.
In scena Annalisa Arione e Dario de Falco, aiutati da pochissimi elementi di scena, (e soprattutto dalle loro braccia) sono due oche. Una sorella e un fratello che forse devono volare. La minore arrivando la stagione delle migrazioni ha necessità di partire,il maggiore invece è più esperto, ha già viaggiato. Compito suo non è dunque volare ma è ben più difficile: preparare la piccola al grande volo e poi forse lasciarla andare, certo con grande sofferenza.
Come detto lo spettacolo non usa la tradizionale narrazione ma consiste in un divertente e divertito omaggio composito, un miscuglio drammaturgico di giochi e storie per insegnare, divertire e ovviamente preparare alla paura e al diverso, poiché nel viaggio tutto può succedere : avventure, incontri fantastici, grandi laghi ma anche coccodrilli e dai coccodrilli bisogna come si sa guardarsi,specialmente le oche.
Tutto per dissertare del viaggio, che forse è più importante della meta a cui si può arrivare e, così, piano piano, senza che i piccoli spettatori quasi se ne accorgano, lo spettacolo diventa una piccola metafora di un grande viaggio ben più significativo: Il viaggio di disperati, rifugiati, profughi, di uomini che non potevano più restare là dove si trovavano. Lo fa senza nessuna retorica, raccontando del volo compiuto da milioni di oche alla ricerca di un luogo dove trovare riposo per vivere finalmente in pace senza fame e sete. 


 


Quotidiano di Bari – 21 maggio 2013, Italo Interesse 


Pelle d’oca... che brividi!
In occasione di Maggio All’Infanzia, successo allo YurtaKids! per uno spettacolodella compagnia Arione – de Falco 

Arrivano a volare anche per 2500 km. Lo fanno per svernare. Per loro è un viaggio della speranza altrettanto stremante e rischioso che quello compiuto da fuggiaschi a bordo di un gommone. La considerazione consente a Dario Eduardo De Falco di tessere intorno al tema della migrazione dell’oca un vivace, tenero ma pure acuto testo pensato per bambini dai 4 agli 11 anni. Inevitabile che l’ultima produzione della Compagnia Arione – de Falco si ritagliasse un posto a Maggio All’Infanzia. Scritto e diretto dall’autore, ‘Pelle d’Oca’ è interpretato dallo stesso de Falco in compagnia di Annalisa Arione. ‘Pelle d’Oca’ è la storia di due oche, un fratello e una sorella. Arrivato per la seconda il momento della migrazione, il primo, che essendo maggiore d’età ha affrontato quell’esperienza, si adopera per formare la sorella. Lo fa senza salire in cattedra, con astuzia pedagogica, ovvero con fare ludico. Quante curiose assonanze. Qui si giOCA e il maestro, che è un’oca, si chiama invece : de... Falco, mentre l’altro pennuto si chiama Arione, che è anagramma di airone... Rodari ci avrebbe sguazzato. Nome omen, dicevano i padri latini, nel nome è scritto il destino... Volare era destino di questa giovane, ben affiatata e simpaticissima coppia. Lo spettacolo, questa performance piena di brio e ironia composta da una miscellanea di ‘numeri’ ben inanellati, è andato in scena sabato scorso allo YurtaKids!, un tendone circolare allestito all’esterno del teatro Kismet e alle cui suggestioni va riconosciuto un significativo contributo al successo di ‘Pelle d’Oca’. Dentro lo YurtaKids! sembra di tornare ai giorni dei ‘contenitori’ itineranti, i baracconi da fiera, quei luoghi di spettacolo alla buona dove il popolino si raccoglieva, catturato dal venghino-signori-venghino di imbonitori che con voce stentorea decantavano le meraviglie di giocolieri e illusionisti o le ignobili attrazioni degli scherzi della natura. Determinante la qualità del disegno luci che tagliando in due lo spazio circolare immerge la platea nel buio e lo spazio scenico in un chiarore caldo, lo stesso chiarore che a suo tempo avrebbero prodotto lucerne o lampade ad acetilene. In questa atmosfera vintage la riflessione sul rapporto oca-clandestino assume particolare consistenza. “E’ un discorso da adulti?” s’interrogano De Falco e Arione. Forse no, concludono. Dopotutto, oche o uomini, non fa differenza quando si parla di emigrazione. Si fugge per non morire. Ed emigrare, oltre a una fatica immensa, richiede tanto coraggio. Perché se per le oche sono in agguato pesticidi e cacciatori, sui clandestini grava perenne la minaccia di una tempesta che mandi a fondo la carretta del mare dove, denutriti, essi stanno stivati come merce. Che bravi de Falco e Arione. ‘Pelle d’Oca’... che brividi! 


Italo Interesse




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